Il distanziamento in sala ristorante

Ci risiamo, un’altra estate in cui regna sua maestà il distanziamento, che mette in crisi un albergo su due perché “non c’è spazio”.

La questione si sente forte soprattutto in sala ristorante, e in tanti ci chiedete come fare.

Partiamo dal principio: quelli in difficoltà più evidente sono gli alberghi a sviluppo verticale, cioè i tipici stagionali sul mare a forma di palazzo, di solito 5 o 6 piani, con la sala al piano primo.

Ecco, se hai un terrazzo oppure un’altra sala sullo stesso piano, hai già trovato la soluzione: tutto diventa sala e i tavoli trovano posto anche in spazi precedentemente utilizzati per altro.

Fin qui tutto bene.

E se questi spazi non ci sono?

2 le soluzioni papabili:

  1. Trasferisci parte dei tavoli di sotto, al piano zero, dove hai la hall, il bar, magari una vecchia sala televisione (ancora mi stupisco dell’esistenza di queste stanze anni 80!) o meglio ancora, una veranda. Lato negativo: il personale di sala non sarà felicissimo. Dovrà fare le scale e il servizio sarà un po’più lento.
  2. Introduci il doppio turno. Lo hanno già fatto in molti e sono ancora vivi, quindi è sostenibile, garantito! Al momento della prenotazione chiederai all’ospite di scegliere fra un turno e l’altro, specificando che farai la qualunque per accontentarlo ma il tutto si decide in base ai posti liberi. Ricordagli sempre che il tuo scopo primario è garantire la sua sicurezza, il che fa parte del benessere generale che dovrebbe accompagnare ogni vacanza. Lati negativi: Il tempo si dilata, anche qui il personale potrebbe non essere felicissimo, anche se ho parlato con più di uno staff che invece si dichiarava felice, perché i piatti uscivano meglio presentati, le cotture erano perfette, in sala c’era meno rumore e confusione. Gli ospiti pure, dopo un primo momento di perplessità, dichiarano di sentirsi più sicuri, l’atmosfera è più tranquilla, il cibo è più buono, i bambini più sereni e i genitori miracolosamente riescono a scambiarsi due parole in pace.

in fondo, con queste accortezze, stiamo andando in netta controtendenza rispetto alla linea “niente orari per i pasti”, che io sposo appieno, ma le cose cambiano in fretta e non serve ricordare che sopravvive chi meglio si adatta.

A covid debellato, torneremo a concentrarci sull’abolizione delle crocette sul menù del giorno dopo.

Ora abbiamo questioni più urgenti.

Se poi hai la sala al piano zero è più facile che ci sia anche un patio/veranda/terrazzamento/giardino o altro che permetta di estendere la sala verso l’esterno, così da risolvere ogni questione di centimetri.

E se piove? Avrai sicuramente delle tettoie, e se non si piò, tende ed ombrelloni a prova di acqua. Se arriva lo tsunami, ovviamente, non funzionano, ma per fortuna si tratta di eventi rari.

Se hai l’albergo a sviluppo orizzontale invece, sei il più fortunato di tutti. Si tratta di hotel fatti di casette basse inserite in giardini, come dei piccoli paesi. Qui spesso ogni camera ha il proprio tavolo esterno su cui si può, eventualmente, mangiare.

In questo tipo di albergo, manco a dirlo, gli ospiti si sentono più sicuri che mai perché non si rischia di sbattere contro chi esce dall’ascensore, né di dover attraversare un gruppo famigliare numeroso senza mascherina in corridoio.

All’aria aperta è tutto più facile.

E tu come ti stai organizzando? Non avrò mica tralasciato proprio la tua casistica!? Se l’ho fatto mi scuso, scrivimi qui sotto, ti risponderò ?

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